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ROMA – La commissione tecnica VIA del ministero dell’Ambiente ‘demolisce’ il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina chiedendo 155 integrazioni per la Valutazione di impatto ambientale (VIA); 66 integrazioni per la Valutazione di incidenza (VINCA, verifica le conseguenze sui siti Natura 2000 di un’opera, i siti protetti di interesse Ue, ndr); 16 integrazioni per il Piano di utilizzo terre (PUT); 2 integrazioni per la Verifica di ottemperanza (VO). Un documento di 42 pagine – disponibile sul sito ‘Valutazioni e autorizzazioni ambientali: VAS VIA AIA’ delle relative commissioni del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – mette in fila ben 239 richieste di integrazione di documenti alla Società Stretto di Messina, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. La Società avrà un mese di tempo per rispondere alle richieste della Commissione.
Tra le richieste quella di di “chiarire se la stima dei costi è stata aggiornata rispetto alle condizioni attuali o se si sono mantenuti i valori indicati nella precedente documentazione”.
Le commissioni chiedono anche di “chiarire la metodologia adottata rispetto alla valorizzazione riportata nel documento e in rapporto all’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra e di neutralità climatica” rispetto alla valutazione delle esternalità negative causate dalla CO2.
Si legge, inoltre, la richiesta di “un quadro riassuntivo progettuale nel quale siano compiutamente descritti tutti gli interventi, a partire dai più risalenti, non limitandosi al solo elenco delle opere variate“.
Inoltre “si richiede di ripresentare un quadro dettagliato delle compensazioni previste rispetto agli impatti residui dell’opera non mitigati, per tutte le componenti ambientali, ivi comprese territorio e popolazione”.
Nel documento poi “si richiede di presentare un quadro aggiornato e congruente, approfondendo le condizioni di pericolosità da maremoto dell’area dello Stretto di Messina, partendo dall’identificazione delle sorgenti potenziali simiche e non sismiche (frane sottomarine e/o costiere con evoluzione in mare, attività vulcanica, etc.), l’elaborazione di modelli di pericolosità a scala di bacino e/o regionale, al fine di arrivare alla definizione di dettagliati scenari di inondazione e la relativa valutazione dell’impatto a terra”. L’analisi, segnalano le commissioni VIA e VAS, “dovrà considerare anche l’esame degli eventi di paleotsunami e tsunami storici, le loro relazioni con le potenziali sorgenti, gli scenari di inondazione e di danno ad essi connessi e i corrispondenti potenziali effetti al sito interessato dalle opere, allo stato attuale, durante la realizzazione e in fase di esercizio”. Dovranno poi essere fornite “adeguate analisi dell’interazione tra le opere previste e potenziali eventi di maremoto, attraverso modellazioni numeriche con continuità terra-mare, considerando gli effetti concorrenti dovuti alla attivazione contemporanea e/o in sequenza di sorgenti correlate, per esempio, eventi sismici e frane sismo-indotte. Le valutazioni del rischio dovranno essere riferite allo stato ante-operam, corso d’opera e post operam”.
Le risultanze degli approfondimenti richiesti “dovranno essere integrate anche nelle parti del SIA dedicate alla biodiversità, flora e vegetazione, fauna e ambiente marino, secondo i rispettivi ambiti”. In tale integrazione, “dovranno essere chiaramente distinti gli interventi di mitigazione e compensazione conseguenti ad interferenze dirette e indirette con le Aree Natura 2000 e gli interventi di mitigazione e compensazione conseguenti ad impatti sul resto del territorio”.
Il documento riporta anche la richiesta dati più e completi e comprensibili sull’impatto sull’ambiente marino, sui corsi d’acqua superficiali, sulle acque sotterranee.
PICHETTO: “CON RICHIESTA INTEGRAZIONI SUPERA PRIMO STEP VIA-VAS“
“Nella giornata di lunedì 15 aprile, entro il termine stabilito dalla legge, la Commissione VIA-VAS del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha approvato e trasmesso alla società Ponte sullo Stretto di Messina spa la richiesta di integrazioni sulla istanza presentata da quest’ultima lo scorso 26 febbraio”. Lo rende noto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Con questa istanza- aggiunge il ministro- si è dato avvio, ai fini del relativo aggiornamento e completamento, alla procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all’opera”.
“Il procedimento avviato con l’istanza del 26 febbraio scorso si connette, per un verso, a quello iniziato nel 2011, e, per altro verso, alla nota che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso alla Commissione UE in data 8.11.2023, con alcuni chiarimenti riguardo alla VIA e alla VINCA”, prosegue il ministro.
“Nella definizione del testo della richiesta di integrazione – che è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale – si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di ISPRA e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi”, conclude Pichetto.
SIRACUSANO: “RICHIESTE MASE? NESSUNA CRITICITÀ, DICE PICHETTO”
“Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase erano attese, non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme, con oltre 8mila elaborati”. Lo ha detto Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia, intervenendo a ‘Tagadà’, su La7.
“Ho sentito pochi minuti fa il ministro Pichetto Fratin e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità. La Società Stretto di Messina ha un mese di tempo per rispondere alle richieste della Commissione Via-Vas – che, lo ripeto, sono tante perché il progetto è straordinariamente grande – e lo farà nei tempi previsti”.