agricoltura
“La proposta originaria di dimezzare i pesticidi nell’Unione Europea entro la fine del decennio è diventata un simbolo di polarizzazione”. Le parole della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sintetizzano il ricatto clima/cibo in cui si trova invischiata l’Unione Europea e manifesta, inconsapevolmente, la resa e tutta l’inettitudine di una classe dirigente incapace di attuare un modello di sviluppo e di sostentamento diverso da quello su cui si è retto finora il pianeta. “No farm, no food”, “La nostra fine, significherà la vostra fame”, si legge sugli striscioni imbracciati dagli allevatori e dagli agricoltori praticamente di tutta Europa. Non solo in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi. Le proteste si sono estese in Spagna, in Grecia, in Romania, in Lituania, Polonia e anche in Italia, coi trattori che avrebbero voluto salire fin sul palco di Sanremo per partecipare, anche loro, al...
Il movimento dei trattori ha messo nel mirino le misure Ue a tutela dell’ambiente. Ma c’è un’altra parte di agricoltori, altrettanto numerosa, che difende le politiche verdi e chiede di mettere un freno all’agricoltura «industriale». Ecco le loro storie
Il decreto approvato ieri dal Cdm, contestato dalle aziende delle rinnovabili, consente la presenza di impianti sui terreni agricoli ma solo se sollevati da terra
Le manifestazioni degli agricoltori hanno già convinto Ursula von der Leyen a rinunciare ad alcuni pilastri della «strategia verde» europea. E ora altri rischiano di essere accantonati
Da settimane gli agricoltori sono sul piede di guerra contro la politica ambientale dell’Ue che chiede al settore di dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030