ambiente

Una nuova ricerca ha fatto chiarezza sul ruolo giocato dagli allevamenti intensivi nel determinare la pessima qualità dell’aria in Lombardia. Lo studio, pubblicato su Environmental Impact Assessment, specifica che l’allevamento di bovini e suini potrebbe aumentare anche di oltre il 25% l’inquinamento atmosferico locale. Secondo i risultati dell’analisi, in particolare, un aumento di 1000 unità di bestiame, corrispondente rispettivamente all’1% e allo 0,3% della popolazione media di bovini e suini in una data unità di area, provoca un corrispondente aumento giornaliero delle concentrazioni di ammoniaca e polveri sottili PM10. L’aumento è risultato più marcato nel caso degli allevamenti bovini, ovvero, +0,26 microgrammi su metro cubo (μg/mc) per l’ammoniaca e +0,29 μg/mc per il PM10, contro i +0,01 e +0,04 μg/mc registrati per i suini. Un dato di particolare rilievo, specie se guardato nell’attuale co...

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La Toscana si aggiunge all’ormai corposa lista delle regioni italiane contaminate da Pfas. A rivelarlo una serie di campionamenti svolti in modo indipendente da Greenpeace che confermano l’allarme che già era stato lanciato nel 2013 da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA). Le analisi condotte dall’organizzazione ambientalista hanno rilevato alte concentrazioni del contaminante nei corsi d’acqua della regione, specie a valle dei fiumi, dove la concentrazione è risultata fino a 20 volte superiore rispetto a monte. «Il quadro di contaminazione che emerge dalle nostre analisi è tutt’altro che rassicurante. Alcuni casi sono ben documentati da almeno dieci anni, ma la Regione Toscana non ha mai affrontato seriamente il problema: manca infatti un provvedimento sugli scarichi industriali», ha commentato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpea...

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La pista Porsche di Nardò torna a far parlare di sé, ma questa volta attira l’attenzione dei territori tedeschi, spostandosi su un palcoscenico sempre più internazionale. Nel pomeriggio di martedì 5 marzo a Stoccarda diverse associazioni ambientaliste hanno organizzato un sit-in di protesta contro la casa di produzione tedesca, evidenziando come l’ampliamento della pista di collaudo attraverso il cosiddetto progetto “Nardò Technical Center” (NTC) potrebbe portare a un vero e proprio disastro ambientale. A dare manforte alle associazioni ambientaliste, che tra le altre cose hanno anche raccolto oltre 80.000 firme contro la realizzazione dell’opera, pare essere arrivata anche la stessa amministrazione comunale della città sede dell’importante marchio automobilistico, che avrebbe richiesto un colloquio con i rappresentanti di Porsche. Nel frattempo in Italia stride il silenzio dei grandi movimenti a tutela dell’ambien...

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Cento milioni di alberi piantati nel 2015 e l’obiettivo di arrivare a un miliardo nel 2030. 41 mila ettari di terreno arido ripristinati in meno di dieci anni, più del doppio della superficie della città di Milano, che permettono il sostentamento di 50 mila famiglie e che catturano 347 tonnellate metriche di CO2 per ettaro, l’equivalente di 100 mila litri di gasolio consumati. E poi l’aumento della biodiversità, la creazione di posti di lavoro, il riscoprire un rapporto sano tra uomo e ambiente, che permetta l’autosostentamento. A portare a segno questi obiettivi è Trees for the Future (TREES), organizzazione no-profit di agroforestazione rigenerativa che forma gli agricoltori dell’Africa subsahariana a soluzioni sostenibili, basate sulla natura. I suoi risultati sono importanti al punto che il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP, United Nations Environment Programme) l’ha insignita dello status di World Resto...

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Mercoledì 13 marzo, la Commissione Europea ha avviato un nuovo procedimento nei confronti dell’Italia, attraverso cui, evidenziando l’inosservanza della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea emessa nel 2020, potrà decidere di deferire Roma alla Corte, con la richiesta di irrogare sanzioni pecuniarie. La procedura di infrazione arriva per il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria e dà all’Italia due mesi di tempo per rispondere e colmare le lacune che sono state rilevate. Il procedimento avviato ieri si aggiunge al deferimento dello scorso giugno relativo al mancato rispetto della direttiva sulle acque reflue, lanciato dalla Commissione perché, nonostante i passi avanti, essa riteneva che gli sforzi portati avanti dalle autorità italiane fossero ancora “insufficienti” per far fronte al problema dell’inquinamento delle acque. Il procedimento nei confronti dell’Italia è...

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